venerdì 15 giugno 2012

Quasimodo: Sera nella valle del Masino

La poesia “Sera nella Valle del Masino” di Salvatore Quasimodo è composta da otto strofe che non hanno un numero di versi sempre uguale. La lunghezza di ogni verso non rispetta alcuno schema metrico e quindi possiamo trovare versi di sette sillabe e altri di undici. Troviamo poche rime o al mezzo o baciate. Viceversa sono frequenti figure retoriche come enjambement, allitterazioni e similitudini. In certi versi come ad esempio nel primo la frequenza di doppie rende la lettura della poesia fluida e scorrevole. 

Tristezza, noia, nostalgia, rimpianto e amore: ecco cosa rappresenta per Quasimodo la Valtellina. Questi sentimenti vengono espressi nella poesia “Sera nella valle del Masino”. Perché tristezza e noia? Il poeta siciliano non raggiunse la valle per sua volontà bensì perché ne fu obbligato per cattiva condotta. E come noi abbiamo una sorta di repulsione per ciò che ci viene imposto anch’ egli non esitò a odiare la valle. Il malessere era alimentato dalla soffocante nostalgia che gli faceva rimpiangere i bei tempi passati. Come se non bastasse l’amore per Sibilla Aleramo lo farà soffrire costantemente in quanto lei non ricambiava il suo sentimento.

Degno di nota è il paragone di Quasimodo Valtellina-sera . Essa infatti rappresenta il momento della giornata in cui a causa della mancanza di luce la città si ferma, diventa deserta, silenziosa e la noia prende il sopravvento: la stessa noia che Quasimodo provava tra le gelide montagne della provincia di Sondrio.
Inoltre, è proprio di sera che solitamente rimpiangiamo ciò che non abbiamo fatto durante la giornata o in cui ci soffermiamo a riflettere e pensare. E così anche Quasimodo è assalito dalla nostalgia ed ecco quindi il perché per lui in Valtellina… è subito sera

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